Il contributo delle donne è da sempre fondamentale nel mondo del lavoro.
Con lo sviluppo di un sistema di istruzione e di formazione “di massa”, le donne hanno ormai conquistato il posto di maggior rilievo in questo ambito.
Si presentano quindi nel mondo del lavoro con la consapevolezza di poter coprire ruoli anche di grande responsabilità, avendo la preparazione e gli strumenti per ricoprirli con ottimi risultati. Ma partono già penalizzate dovendo garantire anche il “lavoro della casa” e di “cura” , e inoltre, ancora oggi, devono fare i conti con certi pregiudizi: “non sono adatte, capaci, affidabili ...”.
Un facile esempio si nota quando devono assentarsi dal lavoro per fare un figlio.
Al rientro troppo spesso subiscono la discriminazione di essere donne e madri sulla propria pelle: purtroppo molti datori di lavoro combattono una guerra non dichiarata alla maternità!
Lo dicono anche le statistiche: le donne spesso vengono pagate molto meno di un uomo a parità di mansioni e penalizzate nella promozioni per merito; ma non basta: deve pagare il prezzo di una “funzione sociale” di cui tanto si parla, ma che spesso viene concretamente ripagata con atti discriminatori.
E' giusto che una donna voglia poter essere madre senza rinunciare a realizzarsi anche nel lavoro.
Questa quindi è la questione più importante: per questo dobbiamo partire da qui.
Ma proseguiremo, affrontando e approfondendo, innanzitutto sotto il profilo dei diritti, anche le altre forme di discriminazione che troppe donne devono subire nella loro vita lavorativa.
L'obiettivo è anche quello di superare un sistema di tutele: non è bello sentirsi una specie protetta! Ma finché il rispetto della donna, della sua professionalità, della sua umanità, della sua specificità non diventa un patrimonio comune, è necessario combattere con tutti gli strumenti utili; il rispetto della dignità delle donne è un principio che sta alla base di una società civile.