Numerose storie di ordinaria vessazione e dequalificazione nei confronti di donne rientrate
dalla maternità rivelano che è necessario aumentare e far applicare le tutele per
lavoratrici/ori soprattutto riguardo la maternità /paternità .
Le leggi vigenti mirate a favorire la conciliazione lavoro e procreazione/educazione dei figli,
riscuotono poco interesse da parte dei datori di lavoro e quindi vengono scarsamente
applicate.
Una società civile progetta il proprio futuro sostenendo anche la procreazione,
l’educazione dei figli e la famiglia; occorre quindi che si affermi una cultura che
concili maternità /paternità e lavoro ovvero che garantisca la flessibilità del tempo
di lavoro.
A questo proposito, proprio in questa fase di precarizzazione del lavoro e di scarsa garanzia
dei diritti, è necessario dare priorità alle esigenze di flessibilità di
lavoratrici/ori.
Sollecitiamo quindi l’approvazione di norme legislative che prevedano:
• l’obbligo alla concessione del part-time, su richiesta di lavoratrice/ore-madre/padre,
a parità di mansioni;
• il divieto di un tetto al numero di rapporti di lavoro part-time per
maternità /paternità ;
• un periodo di astensione obbligatoria per paternità ;
• l’aumento dell’indennità di congedo parentale, equiparandola almeno all’indennità di
disoccupazione;
• almeno entro i primi 6 anni del bambino, la sospensione di eventuali ‘clausole flessibili
ed elastiche’ del part-time del genitore;
• di estendere il periodo di tutela, prevedendo anche il divieto di trasferimento almeno fino
alla scadenza dei 12 mesi dal rientro nel luogo di lavoro;
• di allargare la tutela alle donne che si sottopongono a terapie di fecondazione assistita;
• di impedire la dequalificazione, rendendo obbligatoria una comunicazione al Ministero del
lavoro, a conferma del rientro della lavoratrice/ore e del mantenimento della mansione da
essa/o precedentemente ricoperta;
• l’obbligo da parte dell’azienda (cooperative comprese) di informare per iscritto,
all’atto dell’assunzione, la lavoratrice dei diritti riguardo l’astensione anticipata,
obbligatoria e facoltativa, sanzionando congruamente eventuali omissioni;
• di ampliare il periodo di tutela, prolungando a 3 anni le tutele attualmente previste, pena il concreto svuotamento delle stesse.
• la garanzia di un reddito minimo per le madri prive di un reddito dignitoso.